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Sìlio Itàlico, Tibèrio Càzio.

Poeta latino. Plinio il Giovane tramanda che S.I. sarebbe stato delatore sotto Nerone dal quale ottenne il consolato (68). Riabilitatosi, entrò in amicizia con il futuro imperatore Vitellio e sotto Vespasiano ricoprì la carica di proconsole dell'Asia. Abbandonata la carriera politica, si ritirò in una delle sue numerose ville in Campania (tra cui una era stata di Cicerone e una a Posillipo custodiva la tomba di Virgilio) dove, dopo essersi dedicato agli studi, gravemente malato, da stoico qual era si lasciò morire per inedia. Compose il poema epico di impianto annalistico Punica, in 17 libri, giunto a noi integralmente e imperniato sulla seconda guerra punica (dall'assedio di Sagunto alla battaglia di Zama). Nonostante l'attendibilità della fonte storica di cui S.I. si sarebbe servito (terza deca di Tito Livio), all'interno del poema le componenti mitologiche (per esempio, numerosi sono gli interventi degli dei nel corso delle battaglie) risultano a tal punto dominanti che i Punica possono essere accostati più verosimilmente al genere epico che si rifà al modello letterario di Virgilio piuttosto che a quello storico. L'opera di S.I., ricca di esagerazioni e artificiosità retorica e povera di capacità rappresentativa, indugia spesso nella ricerca del macabro e del meraviglioso, nonché nella celebrazione della grandezza e della virtù romana. I Punica risultano carenti non solo sul piano dell'originalità ma anche su quello della passione letteraria. Dimenticati per secoli, i Punica vennero rinvenuti in Germania da P. Bracciolini nel 1417 (25-101).